Linguine in salsa di basilico e Casizolu



L’altra mattina, passando davanti alla bancarella di una signora che espone la sua merce in una delle piazze del centro storico sono stata attirata dal profumo di basilico. Non avendo pinoli in dispensa ho scartato subito l’idea di preparare un pesto classico e, quindi, visto che dovevo comunque improvvisare, ho messo insieme due isole: Sardegna e Sicilia. Ho usato un formaggio sardo, ma non il classico pecorino; i pistacchi di Bronte regalo di un’amica siciliana e i semi di sesamo tanto usati laggiù; il finocchietto selvatico raccolto da me appena fuori città e una pasta prodotta con grano duro coltivato, macinato e lavorato in Sardegna. Uso del fornello: minimo, vista la temperatura!



Per 4 persone:

280 g di linguine Sardo Sole
1 mazzetto di basilico freschissimo
40 g di semi di sesamo bianco non tostati
10 cucchiai d’olio extravergine di oliva
1 spicchio d’aglio
1 pizzico di fiori di finocchietto selvatico essiccati

Mentre le linguine cuociono in abbondante acqua salata (ci vogliono esattissimamente 10 minuti, come indicato sulla confezione) tritare con il mixer i pistacchi insieme con i semi di sesamo in modo piuttosto grossolano.

Mondare il basilico e pulire bene le foglie.

Grattugiare il Casizolu e sminuzzare lo spicchio d’aglio pulito.

A questo punto ci sono due strade da seguire: una prevede il mortaio dove lavorare a lungo con il pestello gli ingredienti così preparati – più l’olio e il finocchietto – fino a ottenere una salsa liscia. L’altra – assai più veloce (e anche un po’ sbrigativa, lo confesso) – prevede di riunire tutti gli ingredienti per la salsa nel vaso del mixer e azionarlo a bassa velocità e per poco tempo fino a ottenere un condimento ben amalgamato, anche se non cremoso.

Entrambe le soluzioni vanno bene, senza sentirsi in colpa: d’altra parte questo non è pesto alla genovese, ma una semplice “salsa al basilico”.

Versare la salsa in una zuppiera, aggiungere un mestolino di acqua di cottura della pasta, amalgamare. Scolare la pasta, versarla nella zuppiera e mescolare finché non sia ben condita. Servire immediatamente. 



A proposito delle foto:

A Mogoro (Oristano), presso il Centro Fiera del Tappeto dal 29 luglio al 3 settembre 2017 si terrà la cinquantaseiesima edizione della Fiera dell’Artigianato della Sardegna (@fiera_artigianato_sardegna); l'imperdibile appuntamento annuale con l’artigianato artistico sardo di eccellenza.
Per tutto il periodo si potranno vedere e acquistare le opere di oltre novanta artigiani che rappresenteranno il meglio della tessitura, della lavorazione del legno e dei metalli, della ceramica, della coltelleria, della cestineria, della pelletteria, dell'oreficeria, del ricamo… 
Il tema di questa edizione è un colore: il blu. Blu come il cielo e come il mare di Sardegna. Gli artigiani esporranno i loro lavori ispirati a questo colore, in una vasta composizione collettiva che rappresenterà un'istantanea dell’artigianato artistico sardo contemporaneo.
Per celebrare questo avvenimento e rendere omaggio a tanti bravi artigiani, Igers Sardegna (#igersardegna) invita tutti a postare su Instagram le proprie foto in cui i pezzi di artigianato antichi, moderni, vecchi, "di casa" o nuovi, incontrano il cibo partecipando così al challenge #ArtigianatoaTavola
In questa foto pesce azzurro e piatti del ceramista Fabrizio Budroni di Porto Torres (Sassari) con fregula con melanzane e pomodori freschi

In queste foto portatovaglioli del ceramista Gavino Oggiano di Valledoria (Sassari) e uno strofinaccio di lino della tessitrice Elena Perdighe di Samugheo (Oristano) con linguine condite con salsa al basilico
 
 

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