Torta salata con cipollotti e foglie di ravanello



Giretto di shopping. Il che per me in genere significa andare a cercare cose buone da mangiare. 

Ecco quindi una scappata dal mio ortolano di fiducia e via con tre buste (elegantissime... verdi e biodegradabili) e poi un salto alla Cooperativa dei pastori di Perfugas, dalla quale esco con due ricotte di pecora adeguatamente avvolte in una bella carta con il logo della maison (una pecora, guarda caso)

E poi dal droghiere e dopo ancora dal salumiere... vero: fare shopping può rendere felici.



4 uova
200 g di ricotta di pecora freschissima
30 g di farina
cipollotto
foglie di ravanello*
sale e pepe
olio
burro e semola per la tortiera

Accendere il forno e portarlo a 180°. Imburrare e cospargere di semola una tortiera (o uno stampo per crostata) di almeno 24 cm di diametro.

Mondare il cipollotto e le foglie di ravanello, poi stufarle in padella con poco olio e niente sale. Lasciar raffreddare.

Battere le uova in una ciotola, salare, pepare, poi unire la ricotta setacciata e amalgamare.

Unire la farina setacciata e, in ultimo, le verdure stufate.

Versare il tutto nello stampo e infornare sul ripiano centrale del forno. Dopo 10 minuti trasferire la torta su quello più basso e, infine, terminare la cottura lasciandola 5 minuti sul piano più alto.

Attendere qualche minuto prima di servire.

Le foglie di ravanello non sono “scarti”; sono perfettamente commestibili, anzi di più: sono buone. Solo se sono fresche (di stagione e appena colte), però. E questo è possibile solo se si fa la spesa da un ortolano di fiducia o, possibilmente, dal produttore. 


E non sono proprio un’eccezione: ci sono parti di diversi ortaggi che vengono in genere scartate ma che, invece, sono utilizzabili in cucina. 

I gambi degli asparagi, ben cotti e frullati, possono finire nella minestra; le foglie esterne della lattuga, anche se un po’ rovinate, possono servire da involucro a involtini di carne o di mollica e formaggio; i baccelli dei piselli vanno benissimo per un flan, esattamente come con le foglie e il torsolo del cavolfiore; la buccia della melanzana tagliata sottile e fritta è ottima, così come quella di patata; con le foglie più dure e i gambi dei carciofi si può fare il brodo che serve di base a un buon risotto; con le guaine esterne del porro tagliate fini fini e tostate in padella si può guarnire la pasta alla carbonara; con le foglie di sedano si insaporiscono brodi e si fanno salse, esattamente come con quelle del prezzemolo; i semi di zucca tostati e salati sono una bontà; con le scorze d’arancia si preparano dolcetti sfiziosi... 

Al 95%, se una verdura è commestibile lo è anche il suo “scarto”: basta saperlo trattare per approfittare delle sue potenzialità.

 

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