Fragole a colazione, pranzo e cena... e a merenda una torta a due strati


Che mi hanno portato cinque chili di fragole l'ho già detto? No, forse no. Beh, cinque chili di fragole sono abbastanza da saturare con il loro profumo l'aria della mia cucina, che, con tanto di veranda, allo stato attuale non è tanto piccola. Ma solo perché sono buone, dolci, mature al punto giusto, coltivate in campo aperto sotto il sole dell'isola. Fantastico!

La marmellata è stata la prima opzione (dieci barattoli), poi una sontuosa colazione con yogurt greco e fragole al naturale, ma poi?
Torta!




125 g di burro fresco, molto morbido
125 g di zucchero di canna
125 g di farina bianca
3 tuorli più 3 albumi
2 cucchiai di yogurt di tipo greco (o comunque molto denso e cremoso)
1/2 bustina di lievito per torte
buccia grattugiata di mezzo limone
1 pizzico di sale

400 g di fragole
1 cucchiaio di zucchero di canna
1 cucchiaio di acqua
semi di papavero

zucchero a velo


Preriscaldare il forno (modalità non-ventilata) a 180° e rivestire una tortiera a cerniera da 22 cm di diametro con carta forno. Per farla aderire bene si può bagnare e strizzare molto bene la carta e sistemarla con le mani.

Lavorare a crema lo zucchero con il burro (cominciare con un cucchiaio e proseguire con una spatola di silicone). Grattugiare e unire la parte gialla della buccia di un limone e poi un tuorlo alla volta. Unire anche lo yogurt e poi la farina, setacciandola bene insieme al lievito.

Montare a neve ben ferma gli albumi con un pizzico di sale e unirli con delicatezza all'impasto, mescolando dall'alto in basso.

Versare il composto nella tortiera e cuocere per circa 20 minuti sul ripiano centrale del forno. Poi abbassare la temperatura a 160° e cuocere ancora 10 minuti circa.

Mentre la torta è in forno lavare, mondare e tagliare le fragole a spicchi. Adagiarle sul fondo di una padella grande antiaderente, cospargerle con lo zucchero, unire un cucchiaio di acqua e semi di papavero a piacere.

Chiudere con un coperchio e far cuocere una decina di minuti.

Sfornare la torta, attendere dieci minuti ed estrarla dalla tortiera per lasciarla poi raffreddare completamente sull'apposita griglia.

Lasciar raffreddare bene anche le fragole.




Tagliare con delicatezza la torta in due strati, versare il ripieno di fragole, ricomporre la torta e cospargere di zucchero a velo.

Trucco 1: ribaltate la torta, ovvero la parte sotto, più piatta e liscia, diventerà il sopra; una volta messo lo zucchero a velo l'effetto sarà migliore.

Trucco 2: per tagliare la torta in due strati utilizzare un coltello da pane, lungo e seghettato, che tagli molto bene. Man mano che si procede con il taglio inserire il fondo della tortiera apribile, così che lo strato rimanga ben disteso e non rischi di rompersi. Quando si dovrà ricomporre la torta basterà farlo scivolare delicatamente sopra il ripieno. 







Strutto e semini di papavero, ovvero qualche salatino per l'aperitivo


Che con la pasta violata (semola di grano duro, acqua, strutto) si faccia un po' di tutto già lo abbiamo detto. Basti pensare che moltissimi dolci tradizionali sardi (ve ne cito uno per tutti: le seadas) sono fatti con questa pasta base, ma assumono poi mille diversi aspetti e sapori… Mistero!

Il mio precedente esperimento riguardava una rielaborazione dei tipici dolci pasquali; oggi invece la pasta violata mi è servita per l'aperitivo. Bollicine e salatini di pasta violata.


100 g di semola di grano duro Cappelli rimacinata
20 g di strutto
un pizzi co di sale
acqua: q.b.

1 tuorlo d'uovo
un po' d'acqua
semi di papavero (o di sesamo)

Le quantità possono sembrare esigue, ma vi assicuro che, una volta ben stesa, la pasta sarà più che sufficiente per produrre moltissssimi piccoli salatini. Ovviamente se avete organizzato una festa con tantissssimi invitati, raddoppiate le dosi!

Setacciare la semola e disporla a fontana sul piano di lavoro, aggiungere lo strutto a temperatura ambiente, quindi unire acqua e un pizzico di sale lavorando molto delicatamente dapprima con una forchetta, poi con le mani. Impastare con energia, ma in modo ritmico e fluido fino a ottenere una pasta molto liscia e molto elastica.

Formare una palla di pasta, avvolgerla in pellicola per alimenti e tenerla da parte.

Dopo circa mezz'ora riprendere la pasta e dividerla in 4 parti. Passare ogni pezzo di pasta nella macchinetta tirasfoglia, assottigliandola man mano. Non è necessario che la striscia di pasta sia larga, ma deve essere molto liscia e piuttosto sottile (anche se non trasparente).

Accendere il forno in modalità ventilata e portarlo a 200°.

Utilizzando uno stampo rotondo dentellato ricavare i salatini. Anche uno stampo quadrato o rettangolare andrà benissimo, o a forma di cuore, di stella… insomma, seguite la fantasia del momento.

Disporre i salatini su una o più placche ricoperte di carta da forno.

Sbattere con una forchetta un tuorlo d'uovo con un po' d'acqua e passare la superficie dei salatini con un pennello da cucina, quindi cospargere di semi di papavero, o di sesamo e, volendo, con qualche granello di sale grosso.


Infornare e cuocere "a vista": ovvero fissate intensamente i salatini in cottura ed estraeteli esattamente quando saranno ben dorati e gonfi. Eh, sì, perché si gonfiano!

Far raffreddare e servire.


Impossibile resistere...


... e perché poi, resistere?