Ravioli. Tutti fatti a mano, con formaggio erborinato di pecora e radicchio


Che fatica tirare la pasta con il mattarello! E farlo poi in pochissimo spazio. 
Ma, si sa, la cucina sull'isola è minuscola e la mitica macchinetta Imperia della nonna per la sfoglia è rimasta nella metropoli. Quindi olio di gomito e un minimo di doti da contorsionista e il gioco è fatto.

Farina, uova (nella proporzione di un uovo intero per ogni 100 grammi di farina bianca 00)
un pizzico di sale, un cucchiaino di olio (per la quantità sopraindicata)
radicchio
formaggio erborinato di pecora (o Gorgonzola)
cipolla rossa
olio
burro
pepe bianco, sale



Unire farina, uova, sale, olio e impastare fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo. Formare una palla, avvolgerla in pellicola trasparente e riporla in frigorifero per circa 30 minuti. 

Nel frattempo tagliare a striscioline sottilissime il radicchio eliminando le coste più dure, quindi stufarlo brevemente in una padella con olio e pochissima cipolla rossa. 

Ridurre in briciole il formaggio e mescolarlo al radicchio solo quando sarà completamente freddo, ottenendo così la farcia per i ravioli. 

Estrarre la palla di pasta dal frigorifero e tirarla in una sfoglia piuttosto sottile. Se avete la macchinetta per la sfoglia meglio per voi, altrimenti infarinate il piano di lavoro (o un pratico "piano avvolgibile" di silicone) e lavorate di mattarello. Ricavate i ravioli della forma preferita riempiendo ognuno con una piccola quantità di ripieno e richiudendolo molto bene bagnandosi leggermente, se necessario, i polpastrelli.

Lessare i ravioli in abbondante acqua salata con l'aggiunta di un cucchiaio di olio. 

Mentre i ravioli cuociono (ci vorranno da 5 a 10 minuti a seconda dello spessore della sfoglia) sciogliere a bagnomaria del burro unendo una macinata di pepe bianco con il quale condire i ravioli appena scolati. Servire immediatamente.



Biscotti anti-dieta contro la neve


Se siete (ancora?!) a dieta guardate da un'altra parte. Questi biscotti sono quanto di più lontano si possa immaginare da una dieta. 


Ma fa freddo! Ha persino nevicato… (tre centimetri per la verità, ma sono bastati a mandare nel panico una intera città) e quindi il piacere di starsene a casa tranquilli facendo biscotti è impagabile. 

Questi qui sono frutto della rielaborazione di una ricetta che è passata per molte mani prima di giungere alle mie, quindi non ho idea se il risultato finale sia quello che "doveva essere". In ogni caso i miei biscotti sono una sorta di pane dolce, sono friabili e leggeri; l'aspetto è irregolare, li ho modellati a mano perché i biscotti troppo perfettini non mi piacciono.
 
 500 g di farina 00
170 g di zucchero bianco
170 g di strutto
2 uova intere
1/2 bicchierino di vino bianco secco
1 bustina di lievito
buccia grattugiata di 1 limone

Estrarre dal frigorifero lo strutto con un certo anticipo perché sia molto morbido. 


Aggiungere la buccia di limone grattugiata al vino bianco e lasciarla in infusione. In una ciotola montare le uova intere con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso e bianco; unire il vino con il limone e lo strutto, quindi mescolare bene usando una spatola, finché non si amalgama completamente. 

Unire poi, setacciandola, la farina mescolata al lievito. Quando il composto sarà liscio e omogeneo conservarlo in frigorifero. 

Preparare la placca del forno e una seconda teglia foderandole con carta da forno bagnata e ben strizzata e scaldare il forno a 180°. 

Estrarre l'impasto dal frigorifero, prelevarne una piccola quantità per volta, farne delle palline con le mani e infine appiattirle. 

Disporle sulla placca distanziandole l'una dall'altra, perché i biscotti aumenteranno di volume cuocendo. Cuocere fino a che, a vista, i biscotti saranno dorati; comunque circa 15 minuti.
Spegnere il forno, lasciar riposare per qualche minuto, quindi estrarre le placche e sistemare i biscotti su una griglia per raffreddarli completamente. Si conservano per qualche giorno in un contenitore ben chiuso.

Lasagne o pasta al forno che dir si voglia... anche con il ragù di cavallo


Lasagne o pasta al forno che dir si voglia. 

Anche la preparazione di questo piatto di origine emiliana, così come quella del tiramisù della quale si parlava ieri sulla pagina Facebook de La Cucina Italiana, rischia di diventare un campo minato… Chi non ha la propria ricetta da difendere con i denti? 

Ce l'ha persino chi non cucina, ma sbandiera quella della mamma, della nonna, della moglie, dello zio…, come l'unica, insostituibile, imperdibile "vera ricetta"!

C'è chi dice che ci vuole il semplice sugo di pomodoro e chi il ragù; chi ci mette il formaggio grattugiato e chi la mozzarella; chi vuole un saaacco di besciamella e chi la preferisce "secca"; chi preferisce la pasta fresca, o quella da lessare prima dell'uso e chi vota per quella che va "subito in forno". 



Per tacere poi di chi si accontenta di scaldare qualche specialità industriale surgelata…

Beh, io la faccio con il ragù, la pasta (secca) da cuocere prima, besciamella il giusto e formaggio grattugiato.

Quindi? Niente da aggiungere alla contesa, mi pare. Solo che ieri avevo a disposizione un po' di macinato di cavallo e quindi ho voluto provare a fare il ragù con quello. Ottimo e saporito! 
Ho solo omesso le carote nel trito di base e aggiunto invece uno spicchio di aglio. Poi, come formaggio grattugiato, ho utilizzato un mix di due pecorini; uno molto stagionato e uno quasi fresco, ma entrambi molto profumati ed entrambi presi direttamente dal pastore. Un ulteriore omaggio a questa isola meravigliosa.

Metto solo la foto (scattata al volo un momento prima di affondare la forchetta…). 
La ricetta, a questo punto, mi pare inutile!